GIACOMO DEBENEDETTI


(1901-1967)



Vita
Nasce a Biella nel 1901. Compie gli studi a Torino dove frequenta il biennio preparatorio per il Politecnico. Si iscrive quindi alla facoltà di giurisprudenza, dove si laurea nel 1921 con una tesi in filosofia del diritto su Romagnosi. Sei anni più tardi si laurea in lettere discutendo una tesi su Gabriele D'Annunzio poeta, che verrà pubblicata in rivista nel 1941 e successivamente, nel 1955, in volume.
Lettore finissimo, aperto a metodologie e proposte critiche nuove, consulente editoriale e traduttore, è uno dei più importanti critici letterari italiani del Novecento, ma anche un ottimo scrittore in proprio.
Fin da giovanissimo, si fa conoscere nella Torino neoilluminista di Gramsci e Gobetti con la rivista "Primo Tempo" (1922-1924), da lui diretta assieme a Mario Gromo, E.F. Sacerdote a Mario Solmi, nella quale compaiono i suoi primi grandi saggi critici su Croce, Michelstaedter, Boine, ma soprattutto lo scritto La poesia di Saba che segna la fortuna del poeta triestino.
Marcel Proust è una delle sue grandi passioni letterarie, e difatti, tramite le pagine del "Baretti" contribuisce in maniera rilevante alla scoperta dello grande romanziere francese in Italia.
Oltre a svolgere un'intensissima attività critica su riviste e quotidiani (dedica, tra l'altro, saggi importanti a Svevo e nel 1934 scrive una significativa Commemorazione del De Sanctis), lavora come sceneggiatore a Roma, per la casa cinematografica Pittaluga e, dal 1936 al 1938 lavora come recensore cinematografico.
Essendo ebreo, vive in prima persona l'irrazionalità dell'antisemitismo e il peso della clandestinità: è costretto infatti ad andare in esilio, prima a Cortona nella villa di Pancrazi, poi al Cegliolo.
Nel 1945 si iscrive al Partito Comunista Italiano ma come intellettuale rifiuta l'inquadramento in una linea di partito.
Dal 1951 al 1966 insegna all'Università di Roma e di Messina.
Nel 1959 fonda con Alberto Mondadori la casa editrice Il Saggiatore, dando la sua impronta alle collane letterarie e a quelle di critica, introducendo in Italia, fra l'altro, alcuni critici di orientamento psicoanalitico, fra cui C. Mauron.
Dedica gli ultimi anni della sua attività critica e accademica alla ricostruzione ideale della storia dell'uomo occidentale attraverso il "destino" - termine che comparirà in maniera quasi ossessiva nei suoi saggi - del protagonista della narrativa novecentesca: il "personaggio-uomo".
Muore a Roma nel 1967.

Opere principali

Romanzi e saggi

· Amedeo e altri racconti, Torino, Il Baretti, 1926, poi Roma, Editori Riuniti, 1984.

· Saggi critici. Serie prima, Firenze, Solaria, 1929, poi Milano, Mondadori, 1952 (edizione ampliata) e in Opere di Giacomo Debenedetti, a cura di C. Garboli, I, Milano, Il Saggiatore, 1969.
Raccolta degli scritti più significativi dei primi anni di attività.

· Otto ebrei, Roma, Atlantica, 1944.
Testo sulla persecuzione degli ebrei romani.

· Saggi critici. Nuova serie, Roma, Oet, 1945, poi Milano, Mondadori, 1955 (edizione notevolmente ampliata) e in Opere di Giacomo Debenedetti, II, Milano, Il Saggiatore, 1971.

·16 ottobre 1943, Roma, Oet, 1945, poi Milano, Il Saggiatore, 1959 e in Opere di Giacomo Debenedetti, IV, ivi, 1973, poi a cura di O. Cecchi, Roma, Editori Riuniti, 1978.
Altro straordinario testo sulle persecuzioni naziste.

· Saggi critici. Terza serie, Milano, Il Saggiatore, 1959.
Nei saggi vengono messe in evidenza le qualità narrative di Debenedetti, la sua scrittura metaforica e analogica. Le sue analisi sono basate su alcuni rapporti essenziali che presiedono la nascita dell'opera d'arte e l'esegesi letteraria: il rapporto narrativa-autobiografia, il rapporto narrativa-critica, e il rapporto critica-autobiografia.

· Intermezzo, Milano, Mondadori, 1963, poi Milano, Il Saggiatore, 1972.

· Il personaggio-uomo.

Saggi critici serie postuma, ivi, 1970.

· Il romanzo del Novecento, Milano, Garzanti, 1971.
Pubblicato postumo, raccoglie le sue lezioni universitarie.

· Tommaseo, ivi, 1973.

· Poesia italiana del Novecento, ivi, 1974, poi ivi, 1980.

· Verga e il naturalismo, ivi, 1976.

·Vocazione di Vittorio Alfieri, Roma, Editori Riunuti, 1977.
Saggio su Alfieri, scritti nel '43 mentre Debenedetti era mascosto a Cortona per sfuggire alle persecuzioni contro gli ebrei.

·Pascoli: la "rivoluzione inconsapevole", Milano, Mondadori, 1982.

· Al cinema, Padova, Marsilio, 1983.
Documenta la sua attività di critico cinematografico.

Traduzioni

· G. Eliot, Il mulino sulla Floss, Milano, Mondadori, 1940.

· M. Proust, Un amore di Swann, Milano, Bompiani, 1948, poi Firenze, Passigli, 1984.

· K. Mansfield, Felicità. Qualcosa di infantile, ma di molto naturale, Milano, Il Saggiatore, 1959.

· J. Joyce, Esuli, ivi, 1961, poi in Tutte le opere, Milano, Mondadori, 1967.

· J. P. Sartre, Il diavolo e il buon Dio, in "Il Dramma", 316, riduzione teatrale per la messa in scena del Teatro Stabile di Genova.

· H. Miller, Il tempo degli assassini, Milano, SugarCo, 1966.