PIERO GOBETTI


(1901-1926)



Vita
Nasce a Torino nel 1901.
Ancora giovanissimo, esordisce come giornalista e dà vita, nel novembre 1918, al quindicinale "Energie Nuove". Conclusa questa prima esperienza di pubblicista, continua comunque la sua collaborazione con i giornali e i periodici del tempo, tra cui "L'Unità" di Salvemini, "Conscientia", "Il Lavoro", "L'Educazione nazionale", "Poesia ed arte", "L'Ora" di Palermo, "Il Popolo romano", "Il Resto del Carlino". Nel 1921 approda all' "Ordine Nuovo", organo della minoranza comunista della sezione torinese del Psi. Sulle pagine del quotidiano comunista Gobetti (che si firma con lo pseudonimo di Giuseppe Baretti) scrive di letteratura e di teatro. Famose sono le sue stroncature che colpiscono alcuni fra i maggiori attori dell'epoca, da Ermete Zacconi ad Alda Borelli, da Maria Melato a Gandusio. Fanno eccezione soltanto la Duse e la Gramatica. Degne di nota sono le sue originali intuizioni attorno ai drammi ibseniani e shakespeariani, dei quali egli riesce a fornire sempre inedite chiavi interpretative attraverso un acuto processo di composizione e ricomposizione.
Nel 1922, ricollegandosi idealmente all'esperienza di "Energie Nuove", fonda il settimanale "Rivoluzione Liberale" che intende porsi come voce di un'opera rinnovatrice, in cui siano protagoniste sia le élites intellettuali della borghesia, sia le coscienze più attive del proletariato. Sotto il fascismo la rivista diviene organo dell'antifascismo militante e subisce una nuova repressione.
Nel 1924-25 Gobetti accentua il proprio impegno di organizzatore culturale fondando una nuova casa editrice, la "Piero Gobetti editore" e un periodico letterario, "Il Baretti", attorno al quale si raccolgono le migliori menti della giovane letteratura. Gobetti, infatti, in poco meno di un anno, riesca a raccogliere intorno alla rivista e alle sue attività editoriali le firme di Amendola, Debenedetti, Sapegno, Tilgher, Missiroli, Montale e Pea. "Il Baretti" si segnala come erede di quella tradizione illuminista che aveva guidato il paese fino alle soglie della vicenda risorgimentale.
Oltre all'intenso impegno culturale svolto in campo pubblicistico, Gobetti si dedica anche agli studi su Vittorio Alfieri e a un'interessante ricognizione sulla letteratura russa. Spiccato è inoltre il suo interesse nei confronti della pittura, in particolare dell'arte di Casorati.
Dopo una vita svolta all'insegna di un impegno costantemente militante e di un'assoluta integrità morale, accompagnata da una grande sensibilità verso le più importanti problematiche sociali, muore a Parigi nel 1926 in seguito ad un'aggressione fascista.

Opere principali
Opere raccolte
· Opere complete, a cura di P. Spriano, G. Guazzotti, C. Gobetti, 3 voll., Torino, Einaudi, 1960-1974 (Scritti politici - Scritti storici, letterari e filosofici - Scritti di critica teatrale)

Saggistica
· La frusta teatrale, Milano, Studio Editoriale Corbaccio, 1923
· Dal bolscevismo al fascismo, Torino, Tipografia Gobetti, 1923
· La filosofia politica di Vittorio Alfieri, ivi, 1923
· Felice Casorati pittore, ivi, 1923
· La Rivoluzione liberale. Saggio sulla lotta politica in Italia, Bologna, Rocca San Casciano, 1924
· Matteotti, Torino, Tipografia Gobetti, 1924
· Risorgimento senza eroi, Torino, Il Baretti, 1926
· Paradosso dello spirito russo, ivi, 1926
In quest'opera, rimasta incompiuta per la prematura scomparsa dell'autore, Gobetti analizza l'opera di Puškin, Lermontov, Gogol', Dostoevskij, Cechov e altri minori, tracciando il profilo di un paese che, dilaniato da millenarie contraddizioni, aveva finalmente trovato uno sbocco vitalizzante nell'azione rivoluzionaria.
· Opera critica. Parte prima (Arte. Religione. Filosofia). Parte seconda (Teatro. Letteratura. Storia), ivi, 1927
· L'editore ideale, Milano, All'insegna del Pesce d'oro, 1965
· P. e Ada Gobetti, Nella tua breve esistenza. Lettere 1918-1926, a cura di E. Alessandrone Perona, Torino, Einaudi, 1991