1924
Scheda a cura di MARIA CLOTILDE ANGELINI
«Lo spettatore italiano» - sottotitolo Rivista letteraria
dellItalia nuova nasce a Roma il 1° maggio 1924.
Con periodicità quindicinale, «esce il 1° e il 15 di
ogni mese», si legge sullultima di copertina, è stampato
dalle «Industrie Grafiche Romane, via dei SS. Quattro, 26
B Roma»; ne sono direttori Giuseppe Bottai e Arnaldo Frateili,
gerente responsabile Arturo Della Rossa (la Direzione e lAmministrazione
in Via dellOrso, n. 28 a Roma). Ogni numero costa £ 2,50;
un trimestre £ 14,50, un semestre £ 28 e labbonamento
annuale £ 55. Il formato è di cm 23,2 x 14,2.
Sul frontespizio del primo numero la testata e il sottotitolo; dal secondo
numero sono aggiunte le indicazioni dellannata, del numero, del
trimestre e la data. Progressiva la numerazione dei fascicoli sulla copertina;
non così sul frontespizio, in cui il primo numero del secondo trimestre
è n. 1 (sulla copertina n. 7); per un errore, la copertina del
n. 12 reca «n. 6» come il frontespizio. Ogni fascicolo ha
circa 70 pagine con numerazione progressiva per trimestre.
Bottai che del periodico era stato lideatore ne è
il direttore politico (a lui soprattutto il compito di reperire
i finanziamenti) mentre Frateili si occupa della conduzione pratica, in
particolare dei rapporti con i collaboratori.
«Lo spettatore italiano», creato per affiancare come
rivista letteraria - «Critica fascista», diretta dallo stesso
Bottai, e con lintento di avere a Roma lequivalente della
parigina «Nouvelle Revue Française», ha vita difficile
fin dallinizio, sia per la scarsa disponibilità di fondi
(problema che, come testimonia Frateili, si presenta già dopo il
terzo numero) sia per i vari, e diversi, impegni politici di Bottai nella
particolare e difficile situazione che si era determinata - anche allinterno
del fascismo con il delitto Matteotti. Il foglio romano, che vive
proprio a cavallo del drammatico avvenimento, dopo aver interrotto la
regolare periodicità quindicinale (mensili i numeri 8-9 e 10-11)
chiude con il dodicesimo numero del 15 ottobre.
Elemento caratterizzante della rivista sono le numerose sezioni-rubriche
che ne occupano parte cospicua: la Rassegna del libro italiano
(curata da Alberto Cecchi per la narrativa e da Corrado Pavolini per la
poesia, ma anche tra gli altri da Francesco Flora, Alberto
Savinio, Pietro Pancrazi); la Rassegna delle letterature straniere
(a cura di Emilio Cecchi la letteratura inglese, di Giuseppe Ungaretti
quella francese, di Alberto Spaini la tedesca, di Ettore Lo Gatto quella
russa, di Giuseppe Ravegnani e Ettore De Zuani la spagnola; vari, inoltre,
gli scritti sulle letterature straniere minori, quali la boema,
lettone, finlandese, polacca, ucraina etc.); la Rassegna drammatica
(a cura di Stefano Landi e Umberto Fracchia), la Rassegna tecnica
teatrale di Anton Giulio Bragaglia, le Note dArte
di Cipriano Efisio Oppo e la Rassegna musicale di Mario Labroca.
Ampio spazio, oltre lapposita Rassegna, è riservato
alla letteratura straniera con la pubblicazione sia di pagine dautore
sia di saggi critici; da segnalare - tra laltro- poesie di Robert
Browing e John Keats nella traduzione di Luigi Siciliani e un racconto
di Joseph Conrand tradotto da Henry Furst.
Nei pochi mesi di vita «Lo spettatore italiano» registra -
oltre ai già citati curatori delle Rassegne - gli interventi
dei più noti critici e scrittori del momento, tra cui Antonio Baldini,
Silvio DAmico, Luigi Pirandello, Umberto Saba, Alfredo Panzini,
Grazia Deledda, Massimo Bontempelli, Lorenzo Montano, Nino Savarese, Sibilla
Aleramo, Lorenzo Viani, Ardengo Soffici (autore del programma nel primo
numero), Walter Cesarini Sforza (con la rubrica Vita dello spirito).
Scheda
catalografica in ACNP
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