1933-1934
Scheda e indici a cura di FRANCESCA ROCCHETTI
In collabroazione con il MART,
Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto
La testata «Sant'Elia» appare come ultima e terzultima pagina
del giornale «Futurismo» diretto da Mino Somenzi, dal n. 45-46
(23 luglio 1933) al n. 53-54 (17 settembre 1933); nel n. 55 (1 ottobre 1933)
di «Futurismo» è annunciata, per domenica 8 ottobre l933
l'uscita del «grande quindicinale illustrato Sant'Elia», organo
dell'omonimo nuovo movimento italiano.
Con la cessazione delle pubblicazioni di «Futurismo», «Sant'Elia»
ne diviene dunque la prosecuzione, sotto la direzione dello stesso Somenzi,
mantenendo identico formato, numero di pagine e prezzo; dal n. 3 (1 febbraio
1934) nell'ultima pagina di «Sant'Elia» ricomparirà la
testata «Futurismo» (n. 60, 1 febbraio 1934), che si ricollegherà
nella numerazione all'ultimo numero del giornale apparso nel 1933.
Dal n. 1 del 1° gennaio 1934 Angiolo Mazzoni è cooptato come
condirettore, mentre S. E. Marinetti comparirà come "collaboratore
principale". L'architetto bolognese Mazzoni aveva aderito ufficialmente
all'avanguardia marinettiana con una lettera pubblicata su «Futurismo»
del 14 maggio 1933, in cui afferma che la sua adesione al movimento «è
un atto di pura fede fatto con pura coscienza artistica». Il nuovo
incarico di direttore della rivista «Sant'Elia» viene accettato
con entusiasmo e con molti buoni propositi: «Io desidero che il "Sant'Elia"
divenga la libera palestra di discussione di tutti gli architetti italiani
che porteranno così il contributo del loro sapere, delle loro opere,
delle loro aspirazioni: e ciò allo scopo di riunire in un'unica forza,
in un solo fascio tutte le potenze creative d'Italia nel campo architettonico,
per la vittoria definitiva dell'originale sulla copia, per il distacco netto
da ogni nostro passato anche glorioso
». (A. Mazzoni, n. 2, 15
gennaio 1934).
Nel n. 3 del 1934 di «Sant'Elia» figura anche il supplemento
«Aerovita», che viene annunciato come "bollettino bisettimanale
di informazioni aeronautiche, tecnico, artistico", ma dopo alcune comparse
saltuarie si fonderà con «Futurismo»: nel n. 65 (15 aprile
1934) di «Sant'Elia» (che dal n. 63 del 15 marzo 1934, ha abbandonato
la propria numerazione per assumere quella di «Futurismo») l'ultima
pagina ospita la testata «Futurismo-Aerovita». Dal n. 70 (luglio
1934) «Sant'Elia» assumerà la periodicità mensile
e cesserà le pubblicazioni con il n. 72 (settembre 1934).
Nell'editoriale del fascicolo inaugurale Somenzi attribuisce al movimento
italiano Sant'Elia le finalità di contrastare le «molte influenze
nordiche, moderne o pseudomoderne, che tentano pregiudicare lo sviluppo
naturalmente antinordico della nascente architettura fascista» e
di «coordinare le nascenti volontà fasciste contro l'invadenza
di 'stili' che non corrispondono alle esigenze liriche imposte dal clima,
dal temperamento, dalla tradizionale gloria artistica della nostra razza».
E Mazzoni, autore di un pezzo che fa parte dell'editoriale, indica nell'
«ausilio decorativo della polimateria, della scultura e della pittura»
la componente fondamentale dell' «architettura che passerà
nei secoli con il nome di "architettura mussoliniana"».
Il primo numero è quasi interamente consacrato alla celebrazione
del mito di Antonio Sant'Elia e ospita articoli di M. Del Bello (Antonio
Sant'Elia: l'uomo, l'artista, l'eroe e G. Dottori, Sant'Elia e
la nuova architettura) che insistono sulla tesi che lo vuole capostipite
della nuova architettura, unica personalità in grado di «dare
l'ispirazione agli architetti italiani che saranno chiamati a piantare
lungo la Via dell'Impero gli emuli del Colosseo».
Anche Onneto Ziani, nei fascicoli successivi, dedicherà ampio spazio
al creatore della nuova architettura mondiale morto sul Carso nel 1916,
firmando articoli non privi di forzature interpretative e di imprecisioni
storiche: Rivendicazioni (n. 4, 15 febbraio 1934), Antonio Sant'Elia
e gli altri (n. 64, 1 aprile 1934), Dopo Antonio Sant'Elia
(n. 68, 1giugno 1934).
Nei numeri apparsi nel 1933 sono illustrati i progetti architettonici
esposti alla Prima mostra nazionale d'arte futurista svoltasi a Roma dal
28 ottobre al 4 novembre 1933, mentre, per quanto concerne il panorama
internazionale, sono pubblicati articoli di Le Corbusier, W. Gropius,
A. Lurçat e H.R. von der Mühll e sono illustrati edifici di
R. Mallet-Stevens, E. Fahrenkamp, E. J. Margold e altri.
Come evidenzia Ezio Godoli nel Dizionario del Futurismo (Firenze,
Vallecchi, 2001), il 1934 è caratterizzato dalla trattazione di
tre temi principali: l' "architettura aerea"; l'analisi storica
del movimento moderno finalizzata alla riaffermazione del primato di Sant'Elia
e alla dimostrazione della crisi del razionalismo, involutosi in un nuovo
accademismo; la propaganda di nuovi e vecchi materiali per l'edilizia
con dichiarati intenti autarchici.
Nell'ultimo numero del 1933 il giornale annuncia di bandire la Prima gara
mondiale di architettura aerea aperta ad artisti, architetti e ingegneri.
Temi proposti ai concorrenti sono: a) grandi aeroporti (terrestri e marittimi)
civili, commerciali e militari; b) stazioni aeree turistiche e sportive;
c) costruzioni varie (città aeree, case, palazzi, ville, edifici
pubblici e privati).
Il concorso non avrà tuttavia alcun seguito e di tale problematica
resterà il Manifesto futurista dell'architettura aerea (n.
3, 1 febbraio 1934), firmato da Marinetti, Somenzi e Mazzoni, in cui viene
ribadita nuovamente la supremazia di Sant'Elia, ed è proposta la
concezione della «grande città unica a linee continue da
ammirare in volo», la visione di un nuovo universo urbano tecnologico
che si vuole «veramente degno dell'aviazione fascista e del suo
capo Benito Mussolini».
Angiolo Mazzoni dedica particolare impegno alla propaganda dei materiali
da costruzione nazionali e, per tutto il 1934, esalta in vari articoli
le qualità del linoleum (del quale prospetta l'applicazione alle
pareti e ai soffitti, oltre che ai pavimenti, per realizzare composizioni
polimateriche), di varie leghe leggere metalliche e dei marmi italiani.
Negli ultimi numeri, in merito al rapporto arte futurista e fascismo
si registra una svolta della linea del periodico, forse riconducibile
alla reazione in atto nel movimento marinettiano contro la pretesa di
Somenzi di rappresentarne l'ortodossia ideologica.
Nel n. 70 (luglio 1934) compaiono tre articoli di Somenzi, Mazzoni e Marinetti.
Somenzi annuncia la soppressione dell'ultima pagina con la testata «Futurismo»
e dichiara che «Sant'Elia» si limiterà a trattare argomenti
di «architettura, arredamento e materiali da costruzione».
Mazzoni, la cui adesione al movimento futurista aveva suscitato vivaci
reazioni da più parti, ricorda le lontane origini della propria
professione di fede futurista e, in polemica con il gruppo torinese, afferma:
«Ridicolo [
] parlare di uno stile futurista. Sono termini
in contrasto: lo stile è [
] la conclusione definitiva di
un'epoca artistica [...] è un'espressione di staticità.
Il futurismo è invece espressione dinamica per eccellenza; nel
futuro è la meta sempre rinnovellantesi. [
] La nuova architettura
italiana non deve e non può essere né di stile razionale,
né di stile funzionale, né tanto meno potrà antifuturisticamente
definirsi di stile futurista [
], deve definirsi semplicemente: "architettura
mussoliniana"».
La lettera di Marinetti, nel tentativo di smorzare gli attriti tra «Sant'Elia»
e vari settori del movimento futurista, contiene un generico incoraggiamento
a proseguire nella lotta per l'affermazione di una «architettura
Sant'Elia».
Alla base dei contrasti, oltre alla linea politica di Somenzi, stava l'orientamento
impresso al dibattito sull'architettura da Mazzoni. E' significativo ad
esempio che, durante il 1934, non compaiano più sul giornale opere
o articoli degli architetti del gruppo futurista torinese. E' Mazzoni
che si riserva il ruolo del protagonista pubblicando opere proprie oppure
di amici, come G. Vaccaro e R. Narducci, nelle quali non è dato
scorgere tracce di futurismo.
La rivista cesserà le pubblicazioni con il n. 72 del settembre
1934, cedendo il passo ad una testata del tutto autonoma (già apparsa
come supplemento di «Futurismo»); Somenzi annuncia così
ai suoi lettori la fine di "Sant'Elia":
«Dal prossimo numero questo giornale assumerà dunque il titolo
di «Artecrazia». Continueremo la nostra marcia sempre nell'orbita
del futurismo quale fu creato ed è inteso da F.T. Marinetti, dando
a questa idea, come per il passato, tutto il fervore dell'opera nostra.
In "Artecrazia" tratteremo con maggiore ampiezza tutte le altre
arti, plastiche e letterarie, sempre, bene inteso, lasciando il più
largo campo allo studio dei problemi inerenti alla moderna architettura.
"Artecrazia" sarà un periodico che si occuperà
dell'Arte, intesa come creazione dell'utile e del bello. Artecrezia valorizzerà
gli artisti come gli esponenti di un ceto che non trae motivo di orgoglio
o di predominio da privilegi di origine e di fortuna ma che, dalla superiorità
dell'ingegno, dalla raffinata sensibilità, da una più vasta
ed elevata comprensione della vita e dei suoi problemi assume il dovere
di fiancheggiare l'opera del Fascismo nella forgiatura spirituale e intellettuale
della Nazione». (Comunicato, n. 72, settembre 1934)
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