PROSPETTIVE


1939-1952



Scheda a cura di MARTA BRUSCIA

La rivista diretta da Curzio Malaparte (pseudonimo di Kurt Erich Suckert, 1898-1957) comprende due serie, delle quali la prima - iniziata nel 1937 e conclusa con il numero del 15 settembre 1939 - è costituita da sette numeri monografici stampati su carta patinata, dove lo spazio è quasi interamente occupato dal materiale illustrativo a scapito del testo, e di evidente contenuto propagandistico in sintonia con le direttive del regime: Il ragazzo italiano (1); Il cinema (2); La radio (3); La sua politica estera (4-5); Gli italiani in Spagna (6) e ancora un numero (da intendersi 7) con identico titolo Gli italiani in Spagna. Ma rivista nella sua propria accezione è considerata solamente la seconda serie, che comincia le sue pubblicazioni con il fascicolo 8 del 15 ottobre 1939 (anno III) per continuare a cadenza mensile, anche con fascicoli doppi, fino al n.38-39 del 15 febbraio-15 marzo 1943. Dal fascicolo del 15 gennaio 1940 (anno IV) riprende la numerazione progressiva con il numero 1, un ultimo fascicolo di sole 8 pagine esce come numero 40-41 in data 1 dicembre 1951-1 gennaio 1952, dove l'articolo "Prospettive" ha pubblicato scritti di:, costituito dall'elenco dei collaboratori del periodico e degli autori che vi erano apparsi, ne segna la definitiva chiusura.
La seconda serie della rivista, sempre diretta da Malaparte, con la collaborazione di Augusto Mazzetti mentre nella precedente serie un forte sostegno aveva dato Orfeo Tamburi, ha sede a Roma in Via Gregoriana 44 ; presenta un formato 24,5 x 34,5 (la prima serie era 24 x 34) e si articola su un numero di pagine variabile tra 20 e 30, dapprima in spessa carta gialla poi (dal 15 gennaio 1940, n. 1 dell'anno IV) in rosso di tonalità scura su fondo giallo -nel caso della copertina, o in giallo su fondo rosso- per le pagine interne, a dare risalto soprattutto ai testi poetici. Le cause del cambiamento, esposte sul retro-copertina del fascicolo 8, vengono attribuite a ragioni puramente economiche in ottemperanza alla "nuova disciplina che le autorità competenti- per le necessità eccezionali dell'economia di guerra in Italia e in Europa- hanno imposto a tutte le pubblicazioni[…]. Da questo numero […] la rivista "Prospettive" assume la veste che le circostanze le impongono. […] Abbiamo compensato la diminuzione del numero delle pagine con la riduzione del prezzo della rivista, che da Lire 10 il numero passa a Lire 3".
A ragioni di finanziamento vanno sicuramente ricondotte le pagine fuori numerazione poste all'inizio e alla fine di ogni fascicolo, per la maggior parte in carta bianca con stampa in rosso, riservate a inserti pubblicitari (case editrici e discografiche, cinema, mostre, banche, industrie, turismo ed altro). In queste pagine è compreso un settore registrato nel sommario della rivista, ma senza indicazione di pagina- dedicato alle Regie Poste Letterarie con l'elenco in ordine alfabetico e "il recapito di ciascuno dei migliori, o dei più noti scrittori italiani. Gli interessati sono pregati di volerci informare direttamente con l'invio di una semplice cartolina ai nostri uffici, Via Gregoriana, 44, Roma, di ogni variazione, anche temporanea, del loro recapito", una specie di autopubblicità che sembra voler indicare "Prospettive" come guida del gusto letterario contemporaneo. Non viene però ignorata l'attività culturale svolta in ogni settore, in Italia, dalle "Confederazioni fasciste dei professionisti e degli artisti" e, all'estero, con particolare riguardo agli "Istituti di cultura italiana", della quale si dà ampia e particolareggiata informazione; la stampa su carta gialla, di norma, l'assegnazione del numero di pagina e l'inserimento nel sommario confermano che dovevano essere ritenute parte integrante della rivista.
Le rubriche Facile a dirsi e Difficile a dirsi, spesso costituite da citazioni di testi di varia origine e natura (soprattutto quando siano di supporto agli articoli pubblicati), sono riservate per la maggior parte a brevi note di polemica; caso a sé il Facilissimo a dirsi con la polemica tra Malaparte e Piero Bargellini su "Frontespizio" e sull'ermetismo.
Non mancano illustrazioni che, con l'eccezione di una fotografia del direttore del concorrente "Primato" (1940-1943), Giuseppe Bottai, pubblicata in funzione ironica, sono disegni e acqueforti soprattutto di Luigi Bartolini, disegni -meno frequenti- di Orfeo Tamburi, Alberto Savinio, Massimo Campigli, Alberto Moravia, e un'acquaforte di Eugenio Montale.
La titolazione sulla copertina di ciascun fascicolo, che mutua i titoli degli interventi di apertura firmati dai collaboratori o dal direttore -in questo caso sono veri e propri editoriali- può sembrare un legame, ma solo "di facciata", con i numeri monografici della prima serie poiché, con qualche eccezione (i fascicoli sul surrealismo, sulla pittura, sull'esistenzialismo) gli interventi, la scelta di poesie e prose, le recensioni non seguono un'organizzazione tematica, "a soggetto". Viene privilegiata l'esperienza letteraria contemporanea non solo italiana, e a buon diritto Malaparte potè affermare: "Tutta la letteratura straniera proibita in Italia sia per motivi razziali sia a causa della guerra, è apparsa nelle colonne di "Prospettive"", svolgendo una azione decisamente positiva in un periodo di dichiarata autarchia culturale. Tuttavia non è individuabile una coerente e certa linea propositiva, come avviene negli stessi interventi di Malaparte, che difende la nuova generazione degli scrittori contro le "vecchie barbe" ma rivela incertezza sul ruolo e sulla funzione da attribuire all'intellettuale, precipuamente al letterato, contemporaneo.
Nella molteplicità dei temi emerge la ricca serie di pagine degli ermetici transfughi dal "Frontespizio": Carlo Bo, Oreste Macrì, Piero Bigongiari, Mario Luzi, Alessandro Parronchi, trovano nella rivista generosa ospitalità (da segnalare anche la presenza di Ruggero Jacobbi e quella più frequente di Giancarlo Vigorelli), ma spazio viene dato anche a chi contesta l'ermetismo (basti citare Giansiro Ferrata e ancor più Galvano della Volpe). All'attenzione dedicata alla poesia fanno da controcanto gli interventi, soprattutto di Malaparte e Alberto Moravia, sulla prosa narrativa, e in particolare sulla condizione del romanzo italiano.
La rivista propone molti testi di poeti italiani contemporanei come, per citare i più noti, Umberto Saba, Sandro Penna, Leonardo Sinisgalli, Alfonso Gatto, Vittorio Sereni, Franco Matacotta -che a sua volta presenta testi di Dino Campana- e Eugenio Montale, che su "Prospettive" pubblica Gli orecchini. In minore misura sono presenti le pagine di prosa (Aldo Palazzeschi, Massimo Bontempelli, Moravia, Alesssandro Bonsanti, Bigongiari tra gli altri), mentre numerose sono le traduzioni - per la maggior parte ad opera di LeoneTraverso, Macrì, Vigorelli, Luigi Berti,Giorgio Vigolo, Roberto Rebora Ettore Settanni, Emilio Oggioni- di autori stranieri (tra gli altri: P.Eluard, E. Dickinson, H. v.Hoffmansthal, R. M. Rilke, F. Hoelderlin, J. Keats, F. Garcia Lorca, J. R. Jimènez, Lautreamont, J. Donne, E. Pound, J. Joyce, ma anche M. Heidegger e S. Kierkegaard) alcuni dei quali presentati per la prima volta in lingua italiana.

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