PALATINA |
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1957-1966
Ricchi di illustrazioni - in bianco e nero e a colori - i fascicoli sono strutturati in tre parti distinte delle quali la prima, più corposa, contiene articoli di letteratura, critica, arte e musica; la seconda - intitolata Gli Anni - è interamente dedicata alla storia, alla cultura e alle tradizioni di Parma, la terza - Rassegna - alle recensioni. Dal gennaio-marzo 1963 (a. VII, n. 25) è aggiunta la sezione Le Occasioni, con unica sospensione nel fascicolo successivo (aprile-settembre 1963), che presenta eventi di mostre, pubblicazioni di particolare interesse, spettacoli. «Palatina» prende nome dalla omonima biblioteca parmense, a ribadire «un impegno che è di fedeltà alla cultura, ma nel più libero e avventuroso dei modi», come si legge nella pagina d'apertura del primo fascicolo. Accanto a pagine che privilegiano lo studio e la difesa di una irrinunciabile tradizione trovano infatti ampio spazio le più recenti esperienze culturali (si veda l'esempio dell'antologia Stile nuovo e tradizione a cura di Mario Lavagetto e Enzo Siciliano), in un felice clima di accordo e di equilibrato dominio: «Palatina, per dorato che suoni il suo nome e aristocratico, è aperta alle più azzardate avventure artistiche. Pur che non si tratti di presuntuose velleità». Di particolare rilievo l'attenzione rivolta all'arte figurativa da parte
di Roberto Tassi, di Francesco Arcangeli, e anche di Cesare Brandi, così
come al nesso letteratura ed arte, settori che vivono in simbiosi o, comunque,
in necessario reciproco richiamo e nutrimento; importante e significativo
da questo punto di vista è l'intervento Parma pittrice di
Andrea Emiliani e Giorgio Cerboni Baiardi. |
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