L'ORTO


1931-1939



Scheda a cura di FRANCESCA ROCCHETTI
Indici e immagini a cura di ELENA ERCOLI


«L'Orto», mensile di letteratura e arti, esce per la prima volta a Bologna nel maggio del 1931. E' diretto in un primo tempo da Nino Corrado Corazza, a cui viene affiancato, qualche mese più tardi, Giorgio Vecchietti. L'accostamento di questi due nomi nella direzione indicava che la rivista doveva svolgere un'attività non solo letteraria, ma anche artistica. Corazza era infatti un giovane pittore che già collaborava ad importanti riviste, tra cui la fiorentina «Solaria».
Fino all'aprile del 1932 il foglio ha un aspetto modesto ma dignitoso, scritto su tre colonne a stampa e denso di incisioni e contributi figurativi.
Stampato presso lo Stabilimento tipografico S. A. Avvenire d'Italia di Bologna, nei primi due anni viene pubblicato dalla sua stessa casa editrice (Edizione dell'Orto).
Ogni fascicolo conta complessivamente 12 pagine ed il formato è di cm 32 x 22.

Alla prosa e alla poesia vengono affiancati articoli di interesse artistico, letterario e politico, saggi di tipo etnico-geografico e di critica cinematografica. Non manca quasi mai uno spazio dedicato alle novelle di Otello Vecchietti, o a brevi racconti caratterizzati da un linguaggio semplice, chiaro e diretto.

A partire dall'ottobre del 1932 la rivista esce a Lendinara (Rovigo) per le Edizioni Nord-Est di Venezia, sotto la cura personale di Giuseppe Marchiori che, dal novembre dello stesso anno, si affianca a Nino Corrado Corazza e a Giorgio Vecchietti nella direzione del periodico. Il formato è di cm 24 x 18 e il numero di pagine oscilla tra 25 e 35.
Dopo un'interruzione estiva, le pubblicazioni proseguono fino al n. 12 del dicembre 1933.

Dal gennaio del 1934 all'aprile del 1936 «L'Orto» esce per le Edizioni Aristide Lombardini di Bologna, con periodicità bimestrale e un formato maggiore rispetto al precedente (cm 34 x 25). La direzione è assunta unicamente da Giorgio Vecchietti e il comitato di redazione è composto da Nino Corazza, Giuseppe Marchiori, Giannino Marescalchi, Gianni Poggeschi, Otello Vecchietti.

Dall'aprile del '37 la casa editrice cambia nuovamente, il periodico esce per i tipi di Le Monnier, la sede passa da Roma a Firenze, il numero di pagine aumenta notevolmente.
L'ultimo fascicolo della rivista (n. 6/10) risale al dicembre 1939.

Il titolo "L'Orto", doveva indicare il carattere privato e provinciale sviluppato dalla rivista, con un accenno all'aspetto chiuso - da circolo letterario - degli intellettuali che vi collaboravano, ma senza manifestazione di superba superiorità.
«L'Orto» affronta innumerevoli tematiche (prosa, poesia, arte, storia, politica, attualità) ed esercita la funzione di mediatore tra le più accese polemiche del momento, dando spazio a posizioni divergenti senza mai portarle al limite della rottura.
Col passare degli anni la rivista allarga i suoi orizzonti, inizialmente ristretti all'interno di un incerto campanilismo regionale, e si apre all'Europa, sull'esempio di «Solaria», dalla quale provengono i due collaboratori dell' «Orto» Renato Poggioli e Silvio Guarnieri.
Almeno per tutto il periodo emiliano il mensile mantiene una sua linea culturale di equilibrio tra "impegno" e "disimpegno", nel tentativo di instaurare un rapporto con il grande pubblico, senza rinunciare d'altra parte alla letteratura contemporanea più raffinata.
Il passaggio dalla casa editrice bolognese Lombardini alla Le Monnier di Firenze segna anche un mutamento degli scopi della testata: il periodico si trasformerà da "rivista di varietà politica e letteraria" in rivista prevalentemente di critica letteraria, intesa cioè a interpretare, chiarire e definire quanto è stato fatto nel campo della letteratura moderna e contemporanea.
Tra i numerosi collaboratori de «L'Orto» vale la pena ricordare: E. Allodoli, C. Bo, G. Bottai, V. Brancati, G. Dessì, D. Garrone, B. Migliorini, C. Pellizzi, U. Saba.


Scheda catalografica in ACNP