1932-1935
La rivista inizia le pubblicazioni con il volume di ottobre-dicembre 1932.
In copertina è indicato il direttore Armando Ghelardini e la casa
editrice, di cui è titolare lo stesso Ghelardini, Le Edizioni d'Italia.
Nel frontespizio interno appare anche il sottotitolo della rivista "Sintesi
dell'attività letteraria nel mondo". A fronte del sommario
del primo numero si dà notizia che "Occidente" pubblica
soltanto scritti inediti e che "non si accettano offerte di collaborazione
e non si restituiscono i manoscritti: gli autori vengono richiesti della
loro opera dalla direzione".
La periodicità delle pubblicazioni è trimestrale, un numero
costa cinque lire, l'abbonamento annuo costa sedici lire per l'Italia
e venti per l'estero. La direzione redazione e amministrazione ha sede
presso le Edizioni d'Italia in via degli Scipioni 232 a Roma; la stampa
è affidata agli Stabilimenti d'arti grafiche Panetto & Petrelli
di Spoleto.
L'impostazione della rivista è così articolata:
1) una prima sezione senza titolo che raccoglie articoli e saggi di vario
carattere; da brani inediti a interventi di argomento letterario, sociale,
politico;
2) una sezione intitolata "Commenti e discussioni" che comprende
due o tre brevi interventi di commento a fatti di cronaca letteraria e
artistica, oppure di riflessioni su argomenti vari;
3) una "Galleria degli scrittori di "Occidente"" (dal
n. 7 solo "Scrittori di "Occidente"") che è
composta di due o tre articoli piuttosto ampi, dedicati ad inquadrare
il carattere e l'opera di uno o più scrittori, italiani o stranieri;
4) una "Antologia di "Occidente"" che ospita testi
creativi (3-4 per numero) di autori italiani e stranieri;
5) una "Biblioteca di "Occidente"" costituita da recensioni
a testi pubblicati recentemente, più una serie di brevi segnalazioni
bibliografiche;
6) una rubrica intitolata "Idee uomini opere attraverso la stampa
internazionale" che raccoglie brani di articoli, notizie, sintesi,
spunti polemici, brani di prosa varia, raccolti dalla stampa italiana
e straniera.
Rispetto a questa impostazione generale del periodico, i singoli numeri
presentano le seguenti variazioni:
nel n. 1, da ottobre a dicembre 1932, manca la sezione "Galleria
degli scrittori di "Occidente"";
nel n. 5, da ottobre a dicembre 1933, è presente una parte antologica
dedicata alla "Poesia contemporanea" che raccoglie liriche di
autori italiani e stranieri;
nel n. 6, da gennaio a marzo 1934, non compare la "Galleria degli
scrittori di "Occidente"";
nel n. 7, da aprile a giugno 1934, e nel n. 10-11 (numero doppio), da
gennaio ad aprile 1935, non compare la sezione "Commenti e discussioni".
Ogni fascicolo della rivista ha un numero di pagine variante da un minimo
di 139 a un massimo di 199. Ad ogni numero sono acclusi inserti pubblicitari,
stampati su carta verde chiaro, delle Edizioni d'Italia e di altre riviste
italiane.
A partire dal n. 6 "Occidente" si arricchisce di una serie di
tavole fuori testo; alla fine di ogni fascicolo una "Galleria di
"Occidente"" ripete l'elenco delle tavole pubblicate con
alcune brevi note alle illustrazioni.
I n. 5 e dal 7 in poi riportano l'indice generale delle annate precedenti.
Variazioni della grafica del frontespizio e della periodicità:
dal n. 6, da gennaio a marzo del 1934, oltre all'adozione di nuovi caratteri
a stampa la copertina presenta la seguente dicitura in aggiunta al sottotitolo:
"Si pubblica a Roma ogni tre mesi";
nel n. 9, da ottobre a dicembre 1934, la dicitura cambia in: "Si
pubblica a Roma ogni due mesi" anche se il numero in oggetto ha ancora
carattere trimestrale. Lo stesso numero presenta in copertina l'indicazione
errata dell'anno 1935 anziché 1934;
con il numero 10-11 (numero doppio), da gennaio ad aprile 1935, il periodico
diviene effettivamente bimestrale. Nella copertina scompaiono le indicazioni
della periodicità, del luogo di pubblicazione e della data del
fascicolo (che restano indicati nel frontespizio interno);
con il n. 12, da maggio a giugno 1935, cessano le pubblicazioni della
rivista senza che ne venga data spiegazione. Solo un breve articolo di
Ghelardini, Bilancio, preannuncia indirettamente la fine del periodico.
In realtà il 13° numero di "Occidente" fu sequestrato
in tipografia dalla polizia fascista, dopo che per ben due volte il direttore
responsabile, Armando Ghelardini, aveva rischiato una condanna al confino
(vi fu sottratto dall'intervento di Bottai e di Ciano) a causa dell'impostazione
della rivista, non ortodossa rispetto alla cultura ufficiale del regime,
e per la presenza di collaboratori sospetti di opposizione al fascismo
(tra questi Umberto Barbaro).
Scheda
catalografica in ACNP
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