1944 -1948
Scheda a cura di MARCELLO CIOCCHETTI
Indici e immagini a cura di GLORIA GAIO
Il primo numero di "Mercurio" - Mensile di politica, arte, scienze
- esce a Roma nel settembre del 1944, ad appena tre mesi dalla Liberazione
della città da parte delle truppe angloamericane. La rivista si
imponeva subito all'attenzione dei lettori per la varietà dei contenuti:
quel primo numero si apriva infatti con una sezione "Politica",
ospitando interventi di Carlo Sforza, Alberto Cianca, Cecil Sprigge, Manlio
Lupinacci; seguivano nell'ordine la rubrica "Narrativa" (con
alcuni racconti brevi di Moravia, Hemingway, Kessel, Erenburg) e "Poesia"
(con testi di Whitman, Russi, Monterosso); quindi la sezione "Scienze";
poi ancora un gruppo di contributi su argomenti vari (una riflessione
di George Bernard Shaw, un articolo su Mussolini di Vittorio Gabrieli,
una lettera da Londra di Ethel Busch); chiudeva il fascicolo la sezione
"Le Muse", articolata nelle rubriche "Lettere" (curata
da Eurialo de Michelis), "Musica" (Luigi Colacicchi), "Arti
figurative (Toti Scialoja), "Teatro" (Ermanno Contini), "Cinema"
(Anton Giulio Majano). A impreziosire la rivista alcuni disegni di Bartolini
e Guttuso. Il tutto in meno di 150 pagine di piccolo formato (cm. 13x20,5).
Animatrice della vivacissima rivista era Alba De Cèspedes, che
ne rimarrà alla guida fino al termine delle pubblicazioni. Probabilmente
di suo pugno l'anonima Premessa, dal folgorante incipit ("Usciamo
come da una vita subacquea") che chiaramente alludeva a un periodo
"lungo e remoto nel quale ogni energia intellettuale ha dovuto operare
in zona d'aria condizionata, a prezzo di rientramenti, deviazioni, mutilazioni.
[
] Ma ci sembra venuto, adesso, il momento di ritrovarsi, unirsi,
riaffacciarsi insieme a un balcone sul mondo, sorretti da quella solidarietà
di patimento che è ancora stimolo di conoscenza, d'esperienza,
di sopravvivenza. Si tratta insomma di ricollegarsi al cerchio universale".
"Mercurio" affermava la propria fede nei "valori autentici
dello spirito italiano" e dichiarava di voler offrire "un documento
di giudizio, una testimonianza di questo tempo". Proprio sul terreno
della testimonianza la rivista fornirà presto un documento
straordinario: a dicembre 1944 verranno raccolti, in un numero speciale
di oltre 300 pagine, ben 75 interventi dedicati alla Resistenza e al resoconto
delle esperienze vissute da politici, intellettuali e scrittori tra l'otto
settembre e la Liberazione di Roma. Troviamo così le testimonianze
di Alvaro, Savinio, Pratolini, Moravia, Manzini, Muscetta, Piovene, Bellonci,
Bigiaretti, Bontempelli e della stessa De Cèspedes; ma notevoli
sono anche altri contributi, a cominciare dal bellissimo 16 ottobre
1943 di Giacomo Debenedetti, le poesie della Ginzburg, della Masino,
di Russi, Bassani, Monterosso, Montale.
Per tutto il 1945 "Mercurio" continuerà a caratterizzarsi
per la ricchezza e l'eterogeneità degli argomenti trattati; un'eterogeneità
condotta ai limiti dell'accostamento stridente, ma che ben si spiega con
l'"eclettismo" tipico di molte riviste dell'epoca, espressione
a sua volta di una volontà di impegno intellettuale a tutto campo.
Se "Mercurio" riuscì a mantenere alta la qualità
del prodotto, buona parte del merito va comunque riconosciuta a Gino De
Sanctis, che in qualità di redattore capo affiancherà la
De Cèspedes dal primo fascicolo del 1944 all'ultimo del 1945. Continuità
di gestione e fedeltà di firma da parte di molti collaboratori
consentiranno a "Mercurio" di distinguersi nel variegato panorama
della stampa periodica dell'epoca come una delle riviste più prestigiose
e frequentate dagli scrittori italiani (ma non saranno trascurati neanche
gli autori stranieri: in buone traduzioni verranno presentati testi di
Sartre, Supervielle, Maugham, Mansfield, Caldwell, Hemingway e molti altri
ancora). Durante il 1945 la rivista darà inoltre ospitalità
a saggi e interventi d'occasione di Trompeo, Praz, Momigliano, Russo,
Cecchi, Lo Gatto, D'Amico, Venturi, Zevi, Argan. Sempre ben curato l'apparato
iconografico, con fregi, disegni e illustrazioni dei maggiori artisti
del periodo: da Severini a Cagli, Tamburi, Stradone, Manzù, Mafai,
Vespignani, Carrà, de Pisis, oltre ovviamente lo stesso Scialoja.
L'annata 1945 si chiuderà con un altro fascicolo speciale di circa
400 pagine interamente dedicato alla lotta di Liberazione nel Nord Italia.
Il 1946 vede la De Cèspedes sola alla direzione di "Mercurio".
Altra novità di rilievo dell'annata è il passaggio della
rivista dall'editore Darsena alle edizioni Crero, che prendono in consegna
la testata a partire dal numero doppio 19/20 del marzo/aprile 1946. "Mercurio"
sembra però in affanno: fatica a rispettare la cadenza mensile
delle uscite e nella seconda metà dell'anno i fascicoli recano
tutti la doppia numerazione; si riduce anche il numero degli articoli
ospitati nelle varie rubriche. Una sezione che invece sembra ampliarsi
è "Le Muse" e in particolare la rubrica delle "Lettere":
a dar man forte a De Michelis nel recensire le novità editoriali
troviamo Goffredo Bellonci, Paolo Alatri, Vladimiro Cajoli. Questa maggiore
attenzione nei confronti dell'attualità letteraria è testimoniata
anche dal nuovo sottotitolo della rivista, "Mensile di politica,
lettere, arte, scienze", adottato a partire dal fascicolo doppio
nn. 27/28 del novembre/dicembre1946.
Questo fascicolo di fine anno costituisce tra l'altro il terzo "numero
speciale" confezionato dalla redazione di "Mercurio": stavolta
però l'intenzione non è, come nei due precedenti, quella
di raccogliere documenti e testimonianze della lotta di Liberazione, ma
di presentare una sorta di bilancio politico e culturale dell'anno appena
trascorso, con particolare attenzione alle vicende letterarie. Il dato
più interessante del fascicolo è costituito proprio dalla
fitta serie di interventi di scrittori italiani invitati a fornire, nel
ristretto spazio di una paginetta, un sintetico resoconto della loro più
recente attività intellettuale: troviamo così, in rapida
sequenza, "Il 1946 di" Stuparich, Saba, Ungaretti, Moravia,
Vigolo, Palazzeschi, Quasimodo, Piovene, De Libero, De Cèspedes,
Tecchi, Aleramo, Monelli, Bellonci, Banti, Manzini, Bigiaretti, Angioletti,
Savinio, Jovine, Nemi, Pea, Bartolini.
Con la regolare uscita dei primi due fascicoli del 1947 "Mercurio"
sembra aver risolto i problemi di ordine tecnico ed editoriale dei mesi
precedenti; ma si tratta evidentemente di una impressione sbagliata dal
momento che la rivista è costretta subito dopo ad uscire con un
numero triplo (31/32/33 datato marzo/aprile/maggio 1947). L'editore della
Crero è in grave difficoltà e "Mercurio" deve
sospendere le pubblicazioni. Ci vorranno ben sette mesi prima che la rivista
riesca a trovare nuova accoglienza presso le edizioni Aspra di Giuseppe
Fiorentini.
Il numero 34 reca dunque la data del gennaio 1948. Si dà avvio
ad una difficile operazione di rilancio: ad affiancare la De Cèspedes
c'è ora un nuovo redattore capo, Agostino Degli Espinosa; i collaboratori
storici della rivista (a cominciare dai titolari delle rubriche culturali:
De Michelis, Colacicchi, Scialoja e Contini) danno prova di fedeltà
facendosi ritrovare pronti ai loro posti. Orgogliosamente la rivista tenta
di ritrovare lo smalto dei tempi gloriosi, ma evidentemente essa ha ormai
esaurito la propria spinta, così come probabilmente è venuto
a mancare anche il sostegno dei lettori. "Mercurio" conclude
la sua bella avventura con un numero quadruplo, il 36/39, datato marzo/giugno
1948.
Scheda
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