L'ESPERIENZA POETICA


1954-1956



Scheda a cura di FRANCESCA ROCCHETTI

Rivista trimestrale di poesia e di critica diretta da Vittorio Bodini. Il primo numero è del gennaio/marzo 1954; l’ultimo fascicolo, il n. 9/11, esce nel gennaio/settembre 1956.
La raccolta completa si compone di sei fascicoli, quattro dei quali sono doppi.
E’ una rivista di piccolo formato (cm 22x15), la copertina è verde, le pagine oscillano tra le 40 del secondo numero e le 93 del numero 3/4; i caratteri usati sono eleganti, essenziali, non vistosi.

Al suo interno si ripete lo schema costante di editoriale, poesie, saggi, la rubrica denominata “Saletta” e la sezione “I libri” dedicata alle recensioni.
Editorialmente ha sede a Bari, presso Cressati, ma viene composta a Lecce.

«L’esperienza poetica» si inserisce nella linea antiermetica e non si realizza solamente nella polemica e nelle analisi retrospettive, ma sostiene soprattutto le proposte che emergono dai testi dei poeti nuovi, dove – come afferma Bodini nel corsivo d’apertura - «si va operando l’apertura del linguaggio, l’ampliamento dei suoi temi, e più ancora che di temi, di toni e di modi del sentimento, non più condannato al rapporto fisso dell’anteriore poesia». La rivista quindi privilegia i testi alle teorizzazioni critiche e desidera offrire un campionario dei risultati faticosamente raggiunti dai poeti di quegli anni, per rendere evidente la comunione di intenti e sforzi e «offrirne esempi, non imporre esemplari» (V. Bodini, Non è una poesia da serra, n.2 (apr./giu. 1954), p.3).
Il fondatore del periodico propone un totale sovvertimento dei canoni che fino ad allora avevano presieduto al fare poetico e ritiene necessario un profondo intervento in campo linguistico che prevede anche il recupero di tutte quelle componenti escluse nella precedente codificazione del sistema lirico ermetico: dal sentimento al fantastico, dal reale al magico.

Il ventaglio delle collaborazioni si presenta ricco e articolato, senza alcuna preclusione di temi e di stile, ma, come varie volte sottolinea Bodini sulle colonne del periodico, all’insegna della sperimentazione e della libertà del poeta. Accanto ai già noti Erba, Cattafi, Bartolini, Bona, Caproni, Pasolini, Roversi, Sinisgalli, Scotellaro, Tentori, Volponi, Zanzotto, Guidacci, offrono i loro contributi nomi meno conosciuti come Avarna, Frezza, Lelj, Gautelli.

Nella sezione dedicata alla critica compaiono un saggio su Leopardi rivisitato da Luigi Capelli, un intervento di Gianni Scalia su «La Voce», una riflessione sul decadentismo del Pascoli firmata da A.L. De Castris. Degni di nota sono anche i profili critici di De Rosa su Rocco Scotellaro, di Costanzo su Camillo Sbarbaro, di Sciascia su Mario Tobino poeta, di Vigorelli su Vittorio Sereni.

Da registrare, infine, oltre agli studi monografici e alle recensioni sulle novità librarie, il dibattito sulla poesia italiana del dopoguerra e sull’autonomia dell’opera d’arte, al quale danno vita gli articoli di Rosario Assunto, Luciano Erba, Giovanni, Giudici, Mario Borselli, Mario Agrimi e Margherita Guidacci.

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