1911-1944
Scheda a cura di SIMONA BERTAGNA
Il primo numero della rivista esce il 30 luglio 1911 alla Spezia, con
il sottotitolo di "Rassegna d'ogni poesia".
"L'Eroica" si distingue per l'accuratezza formale: copertina
a colori estremamente curata, ampie pagine di carta a mano, xilografie
originali, tavole fuori testo riproducenti opere artistiche. Il tratto
più caratteristico, tuttavia, è costituito dall'uso esclusivo
della tecnica xilografica quale mezzo illustrativo. La rassegna, infatti,
si impegna in una sorta di battaglia a favore dell'incisione su legno.
Le linee programmatiche vengono enunciate da Ettore Cozzani, insieme al
condirettore Franco Oliva, nell'editoriale. L'intento principale consiste
nella difesa della "poesia", la rassegna ha il proposito di
occuparsi "di ogni figura, aspetto o evento dell'arte e della vita",
ma soltanto in quanto "espressioni dell'unica Poesia", definita
"unica espressione del Divino nella vita umana". Il proposito
principale è quello di difendere le forze creative operanti in
Italia.
A partire dal n° 7 (marzo 1912) compare un Comitato di Redazione così
composto:
Gino Barbieri, Mario Chini, Eugenio Coselchi, Antonio Discovolo, Domenico
Giuliotti, Mario Labò, Ferdinando Paolieri, Federigo Tozzi; ai
quali si aggiungono (n° 8, 1912): Adolfo De Carolis, Felice Carena,
Francesco Nonni, Ildebrando Pizzetti, Annibale Rigotti, Angelo Zanelli.
Con l'ultimo fascicolo dell'annata (n° 12, 1912) il Comitato si riduce
ai soli: Adolfo De Carolis, Ildebrando Pizzetti, Annibale Rigotti, Angelo
Zanelli; mentre, col n° 27-28 (aprile-maggio 1914), si scioglie definitivamente
e tutto il lavoro di redazione rimane nelle mani di Cozzani.
Nel 1912 comincia la collaborazione con De Carolis che acquisisce un importante
ruolo all'interno della rivista; è lui ad assumere, dopo l'allontanamento
di Oliva nel 1913, la direzione delle scelte artistiche in campo xilografico.
Tale collaborazione termina con la cosiddetta "Secessione degli Xilografi",
ossia l'abbandono, nel 1914, di De Carolis e dei suoi allievi, circostanza
che determina una nuova fase per la rivista in cui predominano artisti
quali Mantelli, Sensani, Marussing, Viani.
La rassegna prosegue per molti anni le pubblicazioni, nonostante le numerose
difficoltà, non ultime quelle economiche. La periodicità
non è mai regolare, molti fascicoli escono multipli, per un totale
di 159 fascicoli suddivisi in 310 numeri.
Con l'avvicinarsi del primo conflitto mondiale all'interno della rivista
si verificano alcuni mutamenti; prevalente diviene l'interesse socio-politico.
Tali tematiche entrano nella rassegna già dalle prime avvisaglie
della guerra, per giungere, nel volume che conclude la fase spezzina (N°
48-57, 1916 - 1917), ad essere predominanti, conferendole un aspetto assai
diverso rispetto agli anni precedenti. Ciò nonostante, la rivista
continua ad essere ornata da xilografie, in questo volume interamente
eseguite dall'incisore belga Charles Doudelet.
La prima fase de "L'Eroica" si interrompe nel 1917, a causa
della guerra; le pubblicazioni vengono riprese a Milano, in un clima politico-culturale
diverso, nel 1919, con il sottotitolo "Rassegna italiana di Ettore
Cozzani".
Durante gli anni milanesi, (1919-44), la rivista presenta elementi d'innovazione
e di continuità rispetto alla fase spezzina. Si assiste ad un allargamento
dei contenuti e ad un progressivo mutamento della veste grafica. Ampio
spazio viene riservato alla narrativa ed alla poesia, sia contemporanea
che classica, a temi di guerra e di politica interna affrontati nei contributi
dei generali Caviglia e Pesenti. Anche per quanto riguarda le arti figurative,
la rivista spazia sempre più interessandosi a pittori, scultori,
incisori sia giovani che anziani ed occupandosi maggiormente dei maestri
del passato. Pur essendo confermata l'attenzione verso la xilografia,
essa compare con minore frequenza sulle pagine della rivista, tanto che
solo un fascicolo su dieci le viene riservato.
Accanto a xilografi appoggiati da anni, numerosi i nuovi collaboratori,
come Publio Morbiducci, Ercole Dogliani, Luigi Servolini, Benito Boccolari.
Compaiono nuove rubriche, una dedicata alla grafica cosiddetta "minore"
(carte gemmate, marchi, biglietti augurali, ex libris), l'altra, "il
Veliero" che si occupa di recensire libri, riviste, esposizioni.
Le pubblicazioni terminano repentinamente a causa dei bombardamenti nel
1944.
Pur potendo vantare innumerevoli quanto autorevoli collaboratori, la rivista
mantenne organicità di indirizzo in virtù della personalità
dominante del suo ideatore e praticamente unico direttore.
Il formato, sempre grande, varia in modo irregolare:
26,5 x 22: numeri dall'1 al 6, n° 20-21; n° 24-25; n° 34-35-36;
n° 58.
29,5 x 22: numeri dal 7 al 23, dal n° 26 al n°48-57 (con le eccezioni
sopra riportate)
33 x 23,5: numeri dal n° 58 in poi.*
*Questo a quanto risulta dalle misurazioni da me eseguite su "L'Eroica"
conservata alla Biblioteca Comunale Ubaldo Mazzini della Spezia. Tuttavia,
su alcuni testi ho rinvenuto misurazioni diverse: 29,5 x 21,5 e 33,5 x
22,5. Suppongo ci siano delle differenze dovute alle profilature, alcuni
numeri del periodo milanese misurano addirittura 24,5 x 36, sicuramente
non sono stati profilati, come si nota anche dai margini, evidentemente
eccedenti.
Scheda
catalografica in ACNP
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