COSTUME


1945-1946



Scheda e indici a cura di MARTA BRUSCIA


La rivista, con il sottotitolo "Quindicinale di politica e di cultura", nasce durante la Resistenza italiana e la sua prima espressione è pubblicata come numero 1 il 22 aprile 1945, con la dicitura: "Ristampa del numero uscito in periodo clandestino".
L'ideatore e fondatore è Edgardo Sogno, come testimonia il sottotitolo della rivista: Gruppo Franchi, pseudonimo con il quale Sogno partecipa alla guerra partigiana.
Con formato 34x23 cm e pagine che variano da 20 a 28, con l'eccezione delle 36 dei numeri doppi, dodici sono i numeri pubblicati nel primo anno, che tra l'aprile e il primo ottobre 1945 non rispettano la prevista periodicità quindicinale. Dopo il primo numero del 22 aprile, il secondo è pubblicato il 25 giugno, il terzo il 25 luglio, il quarto il 31 luglio, il numero doppio 5/6 il 1 settembre, il 7/8 il 1 ottobre, per procedere con regolarità fino al numero di dicembre, nel quale un 'Avviso' comunica che: «Dal prossimo gennaio COSTUME uscirà in fascicoli di oltre 120 pagine l'uno. La nuova veste tipografica non sarà sgradita ai nostri lettori…». La rivista cambia infatti formato (23x14,5 cm) e diventa " Rivista bimestrale di cultura", esce alla fine di ogni mese pari, ma il progetto si interrompe al n. 3 del maggio-giugno 1946.

Fin dal secondo numero della prima annata ne sono condirettori Edgardo Sogno e Angelo Magliano, ai quali si aggiungerà nel gennaio-febbraio 1946 Enrico Emanuelli con la funzione di Redattore capo; negli ultimi due numeri della rivista (marzo-aprile e maggio-giugno1946), il Redattore capo è affiancato dal Comitato di Redazione costituito da Francesco Manzitti, Umberto Segre oltre allo stesso Emanuelli. Sede della Direzione, Redazione e Ammnistrazione è a Milano in Via Filodrammatici 16.

«Costume»rispecchia in toto il clima politico e culturale dell'Italia nei primi anni del dopoguerra: il dibattito ideologico-politico (soprattutto tra forze liberali e socialiste), la funzione dei Comitati di Liberazione Nazionale, la necessità della ripresa economica analizzata in ogni settore, la rivitalizzazione delle imprese e il loro rapporto con il movimento operaio, i sindacati, ma anche la politica internazionale dei paesi vincitori e la situazione dell'Europa.
Naturale il riferimento alla Resistenza e la riflessione sugli anni del fascismo anche nella realtà della condizione umana - esemplare il dibattito provocato da Indro Montanelli - mentre fa guardare al futuro, carica di promesse, una vivacissima energia intellettuale che permea ogni campo di attività, dalla letteratura all'arte alla filosofia, e contribuisce in maniera determinante al riscatto della civiltà italiana dopo la tragedia della seconda guerra mondiale.
Negli interventi dei collaboratori, e nella scelta dei testi di scrittori stranieri, è evidente il desiderio di apertura alla cultura europea, l'ansia di libertà e di azione delle forze dell'intelligenza e dell'arte, finalmente liberate dalla prigione in cui erano state mortificate dalla conclamata autarchia del ventennio fascista.
Anonimi molti degli scritti pubblicati nel 1945, ma elencati nell'Indice dell'annata sotto il nome dei loro autori, restando tuttavia anonimi i corsivi di apertura dei singoli fascicoli. Tutte firmate invece le pagine dei tre fascicoli del 1946, che riserva minor spazio alla politica a vantaggio della 'metapolitica' e della cultura con più lunghi e articolati saggi, con moltissime recensioni anche della produzione europea, compresi i paesi dell'Est, e statunitense.

Scheda catalografica in ACNP