IL CAFFÈ


1953-1988



Scheda a cura di FRANCESCA ROCCHETTI

La rivista viene fondata da Giambattista Vicari nel marzo del 1953 e da lui diretta, assieme a Giorgio Capuano, fino al 1977. Il redattore è Giancarlo Ugolini.
All'inizio viene concepita come un periodico di attualità, costume e letteratura. Nei primi tempi Vicari si nasconde dietro lo pseudonimo Romeo G.Giardini, che, negli anni, assume i contorni di una figura immaginaria, divertente e un po' "scomoda" all'interno della vita redazionale della pubblicazione.

La vicenda editoriale del "Caffè" si presenta, a differenza di altre riviste, alquanto movimentata. I primi tre fascicoli sono di otto pagine e il formato ha una dimensione di 27 x 34 centimetri.
Già dall'anno successivo i primi quattro numeri si presentano di formato più grande (30 x 41) e oscillano tra le sedici e le venti pagine. Dal numero 5 del 1954 alla fine del 1956 la grandezza del periodico invece si riduce (21 x 30) e la consistenza dei volumi va dalle trentadue alle quaranta pagine.
Dal primo numero del 1955 viene indicato l'editore, Vallecchi. La rivista ha una frequenza mensile e dal maggio dello stesso anno cambia l'intestazione in "Il Caffè politico e letterario". Nel 1957 (dopo due brevi interruzioni, dall'aprile al novembre del 1956, e dal gennaio all'aprile del 1957) il periodico riduce ulteriormente il formato (17 x 25) e aumenta il numero delle pagine che variano ora tra le sessanta e le ottanta. Subentra l'editore Sciascia che all'inizio del 1959 verrà sostituito da Vincenzo Amicucci.
Nel 1961 la rivista diventa bimestrale e cambia nuovamente veste tipografica. La copertina è bianca con il titolo nero, il formato si riduce (15 x 21) e il numero della pagine raddoppia.
La pubblicazione si interrompe per quattro mesi (dall'ultimo numero del 1963 al primo del 1964, che esce a maggio) e poi per un intero anno nel 1966. Intanto, con il primo numero del 1965, ha assunto un nuovo nome ancora, vale a dire "Il Caffè letterario e satirico".
Nel 1970 muta ancora la grafica. Il colore della copertina è questa volta nero, il titolo è di colore rosso e sovrasta un riquadro con una riproduzione che varia ad ogni numero.
Il titolo cambia nuovamente nel 1972 diventando "Il Caffè di letteratura e attualità".
Il numero 3 del 1977 è l'ultimo diretto da Vicari che muore nel marzo del 1978. Negli anni successivi si verificheranno due tentativi di mantenere in vita "Il Caffè". Tra il 1980 e il 1981 verranno pubblicati tre numeri diretti da Carlo Contreras. Più tardi - nell'aprile del 1985, nel settembre del 1986 e nel marzo del 1988 - appariranno ancora tre fascicoli coordinati da Cesare Landrini.

"Il Caffè" si contraddistingue per aver scelto come proprio campo d'azione la letteratura satirica, eccentrica, grottesca, pubblicando tanto i capisaldi storici di questo particolare genere di scrittura (Rabelais, Carrol, Swift) quanto gli autori contemporanei d'ogni parte del mondo, coltivando però sempre un rapporto privilegiato con la letteratura francese (Cros, Michaux,Roussel, Perec, Queneau, Tardieu). Ai testi si accompagnano le illustrazioni dei più grandi disegnatori italiani e stranieri (Maccari, Folon, Steinberg, Cardon, Topor, Zannino, Guelfo).
Pur non uscendo mai con numeri monografici, "Il Caffè" interviene anche su tematiche d'attualità (la letteratura come pubblico servizio, il satanismo, ecc.), oppure dà spazio ad atti di convegni (Linguaggi aperti e chiusi, nel 1970; Innovazioni e ritardi nella letteratura italiana d'oggi e Il potere agli intellettuali nel 1971).
Tra i redattori della rivista che si succedono negli anni si annoverano: Alberto Arbasino, Renato Barilli, Italo Calvino, Gianni Celati, Guido Ceronetti, Piero Chiara, Franco Cordelli, Corrado Costa, Augusto Frassineti, Gaio Fratini, Enzo Golino, Luigi Malerba, Cesare Milanese, Giorgio Manganelli, Pier Francesco Paolini, Sergio Saviane, Giorgio Soavi, Saverio Vòllaro, Paolo Volponi.