1948-1960
Scheda e indici a cura di MARTA BRUSCIA
La rivista "Botteghe oscure" (1948-1960), nata per iniziativa
di Marguerite Caetani sull'esempio della precedente "Commerce",
da lei fondata a Parigi tra le due guerre e diretta con la collaborazione
dei maggiori scrittori del tempo (tra gli altri Valéry, Jouhandeau,
Larbaud, Joyce, Svevo e Ungaretti) prende il nome dalla omonima via di
Roma, in cui aveva sede la direzione e redazione del periodico. E' pubblicata
in quaderni semestrali - in primavera e in autunno - per un totale di
25 fascicoli con formato cm. 14x23 e numerati in successione di cifre
romane; le indicazioni sono riprodotte sul dorso dei volumi rilegati in
cartoncino chiaro con la testata in lettere scure; la sopracopertina alterna
i colori bianco-rosso e bianco-verde e riproduce in sintesi il sommario
del fascicolo. Il Quaderno n. I è stampato a Napoli dalla Tipografia
Artigianelli e pubblicato dall'editore Riccardo Ricciardi; dal successivo
Quaderno n. II la stampa è affidata a Luigi De Luca, fondatore
dell'Istituto Grafico Tiberino, che - dopo Mondadori - dal n. XII ne diventa
anche editore.
Dal n. IV (1949) è redattore stabile Giorgio Bassani con la collaborazione
di Eugene Walter, segretario di redazione per i soli nn. XVII (1956),
XIX (1957), XXII (1958) e di Ben Johnson, redattore capo per il n. XIV
(1954). Il numero delle pagine, dopo il primo e il secondo Quaderno, rispettivamente
di pp. 227 e pp. 305, è compreso tra un minimo di pp. 417 e un
massimo di pp. 542; fanno eccezione i Quaderni XIX e XX (1957) rispettivamente
di pp. 590 e 616.
I Quaderni sono articolati in sezioni che pubblicano la produzione degli
scrittori secondo la madre lingua di appartenenza; dal n. II al n. VIII
i testi in italiano precedono quelli in francese e inglese, dal n. IX
alla produzione italiana è assegnata la sezione di chiusura
Il Quaderno n. I è interamente dedicato agli scrittori italiani;
dal Quaderno n. II sono pubblicati testi in lingua francese e inglese,
a cui poi si aggiungeranno, con minore frequenza, testi in lingua tedesca
(sei volte) e spagnola (tre volte). Il maggiore spazio è occupato
dalla produzione in lingua inglese - e in inglese vengono pubblicate pagine
tradotte dalla poesia coreana (Quaderno XIV), olandese ( XV), filippina
(Quaderno XVIII), indiana (Quaderno XXII), polacca (Quaderno XXIII) e
pakistana (Quaderno XXV).
Dal Quaderno n. II al Quaderno n. VI (1948-1950) sono allegati fascicoli,
rilegati a parte, con la produzione di poeti inglesi e americani tradotti
in lingua italiana da Giorgio Bassani, Edoardo Cacciatore, Nino Diana,
Henry Furst, Antonio Guerra, Vittorio Gabrielli, Natalia Murri, Antonio
Saffi, ma soprattutto da Salvatore Rosati e Nina Ruffini.
Dal Quaderno XI (1953), nelle pagine finali, le Note biobibliografiche
- che diventano Biobibliographical Notes dal Quaderno XIX (1957) - informano
sugli autori che compaiono per la prima. volta nel periodico.
Come scrive Giorgio Bassani nelle pagine di Congedo, articolo di chiusura
dell'ultimo Quaderno, Marguerite Caetani, che da Parigi si era trasferita
a Roma, aveva "avvertito con esatta intuizione il clima, la fertilità
del momento"- quello dell'Italia del dopoguerra - e la scelta dei
testi "non meno rigorosa di quella che aveva fatto di "Commerce"
una rivista di altissimo livello, accoglieva di preferenza, per non dire
in modo esclusivo, contributi di persone niente affatto famose: persone
oscure, appunto, cioè scarsamente conosciute nei loro stessi Paesi,
e perfino nel ristretto ambito dei cenacoli letterari. Giovani, per lo
più. "Botteghe oscure" non ha mai stampato saggi critici,
recensioni, inchieste," e se sono presenti alcuni contributi saggistici
nessuno aveva "un preciso carattere di critica letteraria" essendo
queste pagine con valenza di riflessione filosofica, estetica e insieme
di teoria della letteratura. "Per ciò che riguarda la sezione
italiana - continua Bassani - ritengo che i criteri di scelta del materiale
siano bastevoli a esercitare un'influenza critica notevolmente incisiva
sul corso della letteratura italiana del dopoguerra e sull'orientamento
del gusto del nostro Paese [
] Il fatto è, bisogna dirlo,
che molti degli scrittori più largamente ospitati da "Botteghe
oscure" in quegli anni - scrittori allora ignoti o quasi - ci hanno
poi dato parecchi libri importanti, senza menzionare i quali nessun discorso
serio sarebbe possibile, oggi, sulla nostra letteratura."
Scheda
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