LA BALZA FUTURISTA |
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1915 Scheda, indici e immagini a cura di FRANCESCA ROCCHETTI In collabroazione con il MART, Museo d'arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto Negli anni successivi al terribile terremoto del 1908 in cui Messina fu rasa al suolo, la città attraversa un periodo cruciale di ricostruzione. E' proprio in questo clima che l'ottimismo futurista intravede la possibilità di una rifondazione della città, non solo dal punto di vista architettonico, ma anche culturale. A due mesi dall'articolo di Papini su "Lacerba", in cui viene condannata l'autoritaria conduzione del movimento da parte di Marinetti (Futurismo e Marinettismo, "Lacerba", febbraio 1915), gli intraprendenti Guglielmo Jannelli, Luciano Nicastro e Vann'Antò (Giovanni Antonio Di Giacomo) danno vita al periodico "La Balza", che nella sua seconda uscita assume, per volontà dello stesso Marinetti, la testata definitiva di "La Balza futurista". L'avventura della rivista messinese sarà breve; usciranno infatti solo tre agili fascicoli a cadenza quindicinale (10 aprile, 27 aprile, 12 maggio 1915), stampati in una piccola tipografia di Ragusa e impaginati all'insegna di un forte impatto visivo determinato dal valore figurativo dei simboli alfabetici nelle tavole parolibere. Originale sarà la trovata - tipicamente futurista - di trasferire titolo e sommario nell'ultima pagina. "La Balza futurista" ottiene un immediato successo e lo stesso Marinetti, in una lettera rivolta a Jannelli, si compiace della nuova iniziativa: "Bravo! Magnifico! Fortissimo! Difetti piccoli, riparabilissimi" (in: Giuseppe Miligi, Prefuturismo e primo futurismo in Sicilia (1900-1918), Messina, Sicania, 1989, p. 304). Durante la sua breve ma intensa parabola, il periodico assume il ruolo
di organo ufficiale del movimento futurista, propagandando, da un lato,
le tesi irredentiste e dall'altro, il modello paroliberitsta. Tra i collaboratori
figurano gli esponenti di spicco dell'avanguardia marinettiana, rimasti
"orfani" dello spazio editoriale costituito da "Lacerba":
Balla, Boccioni, Buzzi, Cangiullo, Carrà, Correnti, Depero, Folgore,
Govoni, Mazza, Pratella, Prampolini. Come evidenzia Dario Tommasello nel suo saggio La Balza futurista e le avanguardie in Sicilia (in: "Rivista di letteratura italiana" a. XXIII, n. 1-2, vol. II, pp. 235-239), il quindicinale messinese "riesce pure ad accogliere componimenti nati da una consapevole trasgressione dell'ortodossia futurista e, in qualche caso, sciolti persino dalla vincolante logica delle parole in libertà". Ad esempio, la presenza poetica di Nicastro, si caratterizza per una sostanziale continuità con le atmosfere simboliste "innervate da una naturale inclinazione a trasferire nell'ambito della prosa poetica il ragionamento logico". Assai vivace si presenta la rubrica voluta da Marinetti Marciare non marcire, ricca di informazioni sull'attività artistico-letteraria del movimento futurista e attenta soprattutto alle iniziative del teatro sintetico e alle sperimentazioni musicali di Russolo e Pratella. Con l'entrata italiana in guerra "La Balza futurista" chiude
i battenti e i suoi due maggiori animatori, Jannelli e Vann'Antò,
partono per il fronte. A distanza di un anno, Corra e Settimelli daranno
vita a "L'Italia futurista" e prenderanno a modello proprio
il quindicinale messinese che ha contribuito in modo decisivo "a
sollecitare, con veemenza futurista, gli animi, nella vigilia ansiosa
dell'intervento italiano nella Grande Guerra". |
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