L'APPRODO (prima serie)


1952-1954



Scheda e indici a cura di MARTA BRUSCIA

La rivista nasce come 'edizione a stampa' della omonima trasmissione radiofonica già da qualche anno messa in onda da Firenze per il Programma nazionale, ma accoglierà anche trasmissioni di altri programmi culturali. Il primo numero della prima serie, della quale si presenta la schedatura, è pubblicato nel gennaio-marzo 1952, l'ultimo nell'ottobre-dicembre 1954 (quaderni 1-4); dopo un periodo di sospensione il periodico riprenderà le pubblicazioni nel 1958, sempre stampato in fascicoli trimestrali dalle Edizioni Radio Italiana di Torino, per chiudere definitivamente nel dicembre 1977 (quaderno 79-80). La direzione è affidata a Giovan Battista Angioletti, redattori Leone Piccioni e Adriano Seroni; Riccardo Bacchelli, Emilio Cecchi, Giuseppe De Robertis, Nicola Lisi, Roberto Longhi, Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri costituiscono il Comitato di redazione. L'amministrazione ha sede a Torino, Via Arsenale 21, la direzione a Roma inizialmente in Via Asiago 10, poi in Via Botteghe Oscure 27.

Per testimonianza di Leone Piccioni si deve a Seroni sia la trasmissione radiofonica iniziata subito dopo la liberazione di Firenze sia, almeno nei primi anni, l'attività editoriale che l'affianca e alla quale collabora intensamente Carlo Betocchi. La rivista, con sottotitolo 'Rivista trimestrale di lettere e arti', intende offrire alla cultura italiana la possibilità di una maggiore diffusione della produzione letteraria e artistica, proponendo ai 'lettori' della carta stampata quello che gli autori avevano scritto e scrivevano per gli 'ascoltatori' della radio. Si aggiungeranno "cronache di lettere ed arti italiane e straniere, scritte appositamente per il fascicolo a stampa, […] ragguagli di attualità sulla musica, sul teatro e sul cinema" ma anche rubriche dedicate alla programmazione radiofonica (e poi televisiva), alla produzione discografica, alla bibliofilia. Né mancano le illustrazioni tratte da opere contemporanee (Maccari, Rosai, De Pisis, Castellani, Carrà, Manzù, Casorati, Klee e Picasso per citarne alcuni) o dalla tradizione pittorica classica (Lorenzetti, Lotto, Raffaello, Rembrandt tra gli altri) che a volte accompagnano il testo.

Sul problema che la radio poneva per le trasmissioni radiofoniche sulle arti figurative, illuminante il saggio Di Roberto Longhi, Sinopia per l'arte figurativa, pubblicato nel primo numero, mentre nell'articolo L'oratoria alla radio Riccardo Bacchelli riflette sulle peculiarità che deve avere la pagina scritta per la radio. La saggistica occupa gran parte delle pagine dei fascicoli (tra gli autori Gianfranco Contini, Giuseppe De Robertis, Eugenio Garin, Roberto Longhi, Enzo Paci, Giuseppe Ungaretti), soprattutto sotto forma di recensione nella sezione 'Note e rassegne', a sua volta articolata in sottosezioni, o di note redazionali nella rubrica 'Libri ricevuti'. Grande attenzione è naturalmente riservata alla prosa e alla poesia italiana: tra i numerosi autori rilevante la presenza di Riccardo Bacchelli, Carlo Betocchi, Giorgio Caproni, Alfonso Gatto, Nicola Lisi, Mario Luzi, Gianna Manzini, Alessandro Parronchi, Pier Paolo Pasolini, Umberto Saba, Sergio Solmi, Giuseppe Ungaretti, Diego Valeri. Al settore debbono essere ascritti sia 'I racconti dell'Approdo', 'I paesi dell'Approdo', 'I mesi dell'Approdo', 'Le stagioni dell'Approdo','Calendario poetico', sia alcuni 'ritratti' di città e regioni italiane all'interno di servizi promossi come inchieste culturali.

Significative le presenze di autori stranieri tradotti, tra gli altri, da Piero Bigongiari, Emilio Castellani, Romeo Lucchese, Oreste Macrì, Alessandro Parrochi, Leone Traverso, Giuseppe Ungaretti. Le rubriche sono affidate a collaboratori 'fissi': la letteratura francese a Carlo Bo, la letteratura tedesca a Bonaventura Tecchi, poi a Leone Traverso e a Giorgio Zampa, la letteratura anglo-americana a Fernanda Pivano, la letteratura spagnola a Francesco Tentori, le arti figurative a Francesco Arcangeli, il teatro a Silvio d'Amico, la musica a Silvia Zanetti, il cinema ad Anna Banti, la produzione discografica a Carlo Marinelli, la bibliofilia a Marino Parenti, le notizie della radio a G. B. Bernardi. Le rassegne della letteratura straniera sono puntuali e rigorose, con informazioni relative alla produzione di narrativa, poesia, critica letteraria e riviste, ma anche riflessioni sul costume letterario di riferimento e forti esigenze di apertura al confronto per la nostra produzione nazionale.

Discorso a parte merita la letteratura italiana alla quale sono dedicate molte pagine della prima parte della rivista - quella dei saggi e letture - oltre la sezione delle 'Note e rassegne'. L'ampia collaborazione di scrittori e critici (tra le firme più frequenti: Luigi Baldacci, Carlo Betocchi, Giuseppe De Robertis, Geno Pampaloni, Adriano Seroni, Giacinto Spagnoletti) consente di disporre di un ben delineato quadro della produzione letteraria contemporanea, comprese le edizioni e la bibliografia critica degli autori della tradizione - per queste ultime da segnalare in particolare la rubrica 'Critica e filologia' a firma di Lanfranco Caretti, sempre con l'interesse rivolto ai testi letterari e d'arte, che hanno fatto dell' «Approdo» uno strumento di insostituibile operazione culturale da parte di chi voleva "tenere sempre viva un'immagine della poesia" libera da presupposti socio-politici.