ACROPOLI


1911



Scheda, indici e immagini a cura di ALESSANDRO LUNELLI


«Acropoli», con il sottotitolo "Rivista mensile di cultura", vide la luce nel gennaio 1911 e sospese le pubblicazioni nell'agosto-settembre dello stesso anno. Uscirono complessivamente sette fascicoli, due dei quali doppi (il n. 6/7 di giugno-luglio e il n. 8/9 di agosto-settembre).
La rivista venne fondata e diretta dal grecista Ettore Romagnoli, il quale si avvalse della collaborazione dello scrittore Massimo Bontempelli, in qualità di redattore-capo.
Fu stampata presso la casa editrice "La Rinascita del libro" di A. Quattrini, a Firenze. L'abbonamento annuo ammontava a dieci lire, mentre un singolo numero costava una lira. La veste grafica era piuttosto essenziale; sotto la testata campeggiava un'immagine della dea greca della sapienza e della guerra Atena, pensierosa mentre a viso chino appoggia la fronte sul bastone che ha in mano.

L'articolo iniziale del primo fascicolo, firmato dalla redazione, contiene in breve le linee programmatiche della rivista e verrà riportato uguale sulla quarta di copertina in tutti i numeri successivi: «Acropoli» nasce essenzialmente come rivista di critica, infatti «si occuperà di letterature antiche e moderne, d'arte, di musica, di scienza», focalizzando la sua attenzione in particolar modo sulla divulgazione della letteratura e della cultura classica, attingendo a un «prezioso materiale di studio accumulato in Italia in circa cinquant'anni di lavoro scientifico e specialmente universitario».

In un periodo caratterizzato da un notevole fervore artistico e intellettuale questa rivista vuole esprimere «un contenuto di pensiero indipendente da ogni sistema filosofico», combattendo sempre idee e non persone, «senza partigianeria, ma senza ambagi».
Le avanguardie storiche, con il loro totale scardinamento della tradizione nei suoi aspetti sia contenutistici sia formali, così come l'iconoclastia e la militanza di periodici come «La Voce» o «Lacerba» sono davvero distanti dagli intendimenti dell' «Acropoli»; piuttosto, il suo può apparire un progetto "reazionario".

«Acropoli» non taglia i ponti con il sistema accademico, ma lo critica: diversi numeri della rivista si aprono con un intervento di Romagnoli o di Fraccaroli circa lo stato del sistema universitario italiano (La Mediocrità e l'Università, ad esempio, è il titolo di un provocatorio articolo di Romagnoli che inaugura il numero di gennaio). Un gran numero dei collaboratori di «Acropoli» sono docenti universitari, ma spazio è riservato anche a coloro che «lavorano seriamente ed indefessamente senza riuscire a far valere il proprio lavoro».

Alla letteratura classica è dedicata ovviamente grande attenzione. Traduzioni da Orazio ed Euripide si alternano a vere e proprie "riscoperte", come ad esempio la traduzione di passi tratti da I Persiani di Timoteo o la traduzione dal sanscrito di un episodio del poema epico indiano Il Ramayana ad opera di Italo Pizzi, apparsa sui fascicoli 4 e 5.

Degni di nota sono anche i saggi dedicati alla storia dell'arte, curati da Michele Biancale e quelli di Federico Olivero che analizzano l'opera di Edgar Allan Poe. Notevole è anche il tentativo di apertura verso l'orizzonte europeo (troviamo interventi che analizzano l'opera di Tolstoj, di Moliére, di Flaubert), testimoniato in particolar modo dalle rubriche che, più o meno costantemente, trattano di culture straniere: la Rassegna tedescaè curata da William Martin, la Rassegna franceseda Louis Delzons, la Rassegna ingleseda Antonio Cippico. Fernando Palazzi si occupa invece della Rassegna di poesia, con recensioni, fra le altre, di Gozzano, Pascoli, Chiesa. Meno regolari si presentano la Rassegna italiana (che compare solo nel primo fascicolo ), curata da G. Toffanin, la Rassegna d'arte diretta da Michele Biancale (solo nel quinto numero) e la Rassegna criticaa cura di Massimo Bontempelli (nel fascicolo 6/7).

Poesia e prosa trovano poco spazio sulle pagine della rivista («Non si pubblicheranno regolarmente, ma neppure s'escluderanno poesie e scritti d'arte originali»); da segnalare in questo ambito la pubblicazione di alcuni testi di Francesco Chiesa.

«Acropoli»avrebbe dovuto ospitare una serie di articoli dedicati ai grandi musicisti italiani dimenticati o poco noti, e alcuni interventi utili a documentare lo stato in cui si trovavano le singole discipline letterarie e scientifiche nel nostro paese. La prematura sospensione della pubblicazione impedirono il concretizzarsi di tale progetto.


Scheda catalografica in ACNP